Roma, 25 luglio 2024
Dichiarazione di Stefano Chiappelli, segretario generale SUNIA
Il testo della legge di conversione del Decreto “Salva Casa” ha modificato in senso peggiorativo le già discutibili norme del decreto originario.
In particolare confermiamo grandi perplessità sulle norme sul recupero dei sottotetti, sulle parziali difformità, sulle variazioni essenziali, sui mutamenti di destinazione d’uso con opere, sulle tolleranze di altezza e superficie costruttive ed esecutive, sui minori limiti per l’altezza e la superficie degli alloggi, sulla sanatoria accelerata delle difformità ante L. 10/77, la riduzione drastica delle sanzioni previste nel testo originario del Decreto.
Come SUNIA ribadiamo che le scelte del Governo non sono state in grado fino ad oggi di intervenire in modo strutturale per affrontare e risolvere il crescente disagio abitativo.
La legge “Salva Casa”, di fatto una mega sanatoria ed un condono “mascherato”, non ha nulla a che spartire con il preannunciato “Piano Casa” di cui non si vede traccia mentre i Comuni, alle prese con l’emergenza abitativa, non potranno anche per il 2024 attingere risorse dai fondi di sostegno all’affitto e per la morosità incolpevole non rifinanziati dal Governo sia per l’anno 2023 che per l’anno 2024.
È inaccettabile che, mentre l’emergenza abitativa si acuisce, non vengano stanziate adeguate risorse e permangano ritardi e inadempienze per gli stanziamenti provenienti dall’Europa per i piani di recupero, il risanamento e l’efficientamento energetico dell’edilizia pubblica, a partire dallo stanziamento di 1miliardo e 381mila euro sul RepowerEU da ripartire entro settembre 2024. Un’urgenza sottolineata da fatti reali, come la tragedia delle Vele di Scampia.
Come SUNIA continueremo a sostenere le proposte della petizione popolare, depositata in Parlamento nei mesi scorsi, per sollecitare una rapida discussione nelle competenti commissioni parlamentari sulle misure urgenti necessarie a garantire una nuova politica abitativa nel nostro Paese.