Firenze, 25 Febbraio 2016
 

 

Gli ultimi dati elaborati dal ministero dell’Interno sul numero di sfratti emessi nei capoluoghi di provincia nel corso del 2014 e quelli in via di definizione del 2015, confermano ciò che il Sunia e CGIL da tempo avevano più volte denunciato e paventato: l’aumento incontrollato e progressivo degli sfratti per morosità, a seguito della perdita del lavoro. Il capoluogo di Regione, Firenze, risulta essere terza per dato assoluto in Italia, con 6.117 sfratti emessi per morosità nel solo 2014, preceduta dalle metropoli di Roma e Milano ma è ancora una volta capitale degli sfratti per morosità rispetto al numero degli abitanti. L’elemento che desta maggiore preoccupazione è dovuto all’aumento del numero delle convalide di sfratto rispetto all’anno precedente.
Negli ultimi tre mesi i dati sono spaventosi:
– 130 sfratti al mese con forza pubblica
– il 98% di questi sono sfratti per morosità
– l’80% di questi questi per morosità sono dovuti alla perdita di lavoro, riduzione orario di lavoro, chiusura della propria attività
‘A Firenze si dipinge uno scenario a tinte fosche’, dice Laura Grandi’ ‘nelle cancellerie aumentano le richieste di convalida di sfratto’.
I prossimi mesi saranno caratterizzati da una miriade di nuclei familiari che dovranno fare i conti con la polizia alle porte (in linea col trend, si stimano oltre 600 sfratti nei prossimi tre mesi). Intanto, le domande di alloggio Erp sono state 3mila nell’ultimo anno (bando 2013): solo il 3% ha avuto una casa popolare dalla graduatoria.

 

Identikit della famiglia sotto sfratto
Le famiglie vittime dello sfratto per morosità sono il 55% di nazionalità italiana, ma sono in aumento anche quelle dei migranti che fino a poco tempo fa non costituivano una percentuale rilevante. Mentre coloro che arrivano alla fase finale dell’esecuzione con la forza pubblica sono per il 65% circa di nazionalità straniera; il 38% sotto i 35 anni, il 31% tra i 35 e i 40, il 27% tra i 50-65 anni, il 4% over 65. Si tratta di famiglie con basso reddito, circa 22mila euro lordi, ma aumentano le famiglie con redditi medi intorno ai 35mila euro lordi che nel corso del contratto di locazione hanno improvvisamente perso il lavoro. L’impiego prevalente del moroso tipo è nel settore operaio per il 55% (il 53% sono lavoratori del campo dell’edilizia); seguono i precari (in gran parte laureati) col 23%, i disoccupati (12%), i pensionati (10%).

 

Morosità incolpevole: un fenomeno senza fine
Le famiglie che non sono in grado di onorare l’affitto perché hanno perso il lavoro, non trovano ammortizzatori sociali, risorse, supporti e soluzioni apprezzabili da parte delle pubbliche amministrazioni. A Firenze non esistono alloggi di edilizia pubblica di fronte ad un fabbisogno effettivo immediato di ulteriori 2mila nuovi alloggi a canone sociale, vale a dire proporzionato al reddito. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Una famiglia “normale”, senza problemi di disagio socio-familiare colpita da morosità incolpevole a causa della perdita del lavoro non può avere come unica chance quella di umiliarsi ulteriormente e, spesso inutilmente, di fronte agli assistenti sociali o ottenere l’elemosina di un qualche centinaio di euro annui se ha l’improbabile fortuna di trovare un altro alloggio in affitto. Queste famiglie senza via d’uscita devono essere sostenute fino a che permane questo stato di disagio attraverso soluzioni più articolate.

 

Le richieste del Sunia e della Cgil Firenze
Ha spiegato Laura Grandi: “Siamo di fronte a un’emergenza, chiediamo al Comune che si attivi per rimettere in funzione la Commissione sul disagio abitativo che dovrebbe governare gli sfratti e i passaggi tra casa e casa. Chiediamo poi alla Prefettura e alla Corte d’Appello un calendario certo che permetta la graduazione degli sfratti. Infine, facciamo appello alla Regione affinché si faccia uscire l’edilizia pubblica dai vincoli del Patto di Stabilità, e si preveda un finanziamento certo per la stessa edilizia pubblica come nei Paesi europei più evoluti dove la tensione abitativa è minore”.