Catania, 6 Luglio 2016

La scelta di costruire anche sulla spinta dei movimenti e delle vertenze sindacali sul diritto all’abitare grandi complessi abitativi di edilizia residenziale pubblica nelle aree esterne alla città costruita, se da un lato rispondeva all’esigenza di edificare la nuova città pubblica in aree considerate libere in grado di accogliere i nuovi e ambiziosi progetti degli urbanisti dall’altro ha rimarcato non solo la scelta della ghettizzazione di una parte consistente della popolazione costituita dagli strati sociali a basso reddito o in condizioni di fragilità che aspiravano ad un abitare dignitoso ma anche l’accettazione da parte delle Istituzioni pubbliche delle ragioni della rendita fondiaria e della speculazione immobiliare.
Il fallimento del progetto della costruzione di un modello sociale del vivere e dell’abitare è rappresentato dall’attuale stato delle grandi periferie urbane.
Grandi agglomerati con pochi servizi, senza spazi pubblici collettivi costituiti in prevalenza da immobili di edilizia residenziale pubblica che nel corso degli anni, grazie ad una gestione carente e clientelare, sono stati abbandonati al degrado. Migliaia di famiglie costrette a vivere in una pessima condizione abitativa in contesti in cui il vuoto lasciato dalla mancanza di controllo degli Enti gestori è stato spesso occupato dalla criminalità che ha creato un mercato immobiliare illegale.
Alti i tassi di morosità e di abusivismo a cui si somma la mancanza di una regolamentazione dell’utilizzo degli spazi comuni e l’assenza di una programmazione degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria.
Eppure sono ormai tanti gli assegnatari che si rivolgono ai nostri sportelli chiedendoci di agire affinché possano ottenere una dignitosa qualità dell’abitare e del vivere.
Per questo Sunia Sicet e Uniat in una fase in cui si notano importanti segnali di cambiamento in merito alla gestione da parte degli Enti gestori grazie anche alle sollecitazioni sindacali, hanno richiesto sia allo Iacp che al Comune di Catania di accelerare il percorso per una migliore gestione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica anche attraverso la sottoscrizione di protocolli che assicurino sia il rientro sostenibile dalla morosità per gli assegnatari che intendano mettersi in regola anche con il ricorso a forme di baratto amministrativo sia la realizzazione dei lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria sia la regolamentazione del funzionamento dei condomini.
Sunia Sicet e Uniat ritengono che esistano forti ragioni sociali ma anche ambientali ed economiche perché si riscopra il grande valore del patrimonio abitativo pubblico e si ponga definitivamente fine all’abbandono delle periferie, quartieri complessi ma con enormi potenzialità in cui tra l’altro vive una parte consistente della popolazione.
Per questo Sunia Sicet e Uniat ribadiscono l’esigenza che alla firma dei protocolli d’intesa segua la costituzione di un tavolo permanente utile ad affrontare non in maniera frammentaria ed episodica la tematica degli insediamenti di edilizia residenziale pubblica che, nell’ambito delle periferie urbane, rischiano di rappresentare un ulteriore marginalità, con la partecipazione degli Enti gestori dei Sindacati e delle rappresentanze degli abitanti.
Pensiamo che possa crearsi una giusta sinergia per raggiungere l’obbiettivo di una buona e dignitosa qualità del vivere e dell’abitare.