Brindisi, 21 Luglio 2016
In una nota congiunta Michela Almiento, segretario provinciale CGIL e Marcello Petarra, segretario provinciale SUNIA scrivono:
“CGIL e SUNIA hanno necessità di sapere se il comune si sta attivando per proiettare proposte progettuali finanziabili con il bando nazionale per il recupero delle periferie. Un bando limitato ai Comuni capoluogo da cui si possono attingere risorse da destinare al recupero sia sociale che urbanistico delle periferie.
E non vi è dubbio che quartieri come Perrino, S. Elia e Paradiso di interventi di ristrutturazione ne hanno assoluto bisogno”.
Dunque varata la nuova Giunta comunale hanno inviato una richiesta di incontro al sindaco di Brindisi Angela Carluccio, che ha mantenuto la delega in materia di politiche per la casa, e all’Assessore Brigante che si occupa di edilizia residenziale pubblica, chiedendo che vengano fronteggiate le problematiche abitative che affliggono la città da anni.
“L’elenco delle questioni è lungo. Ad esempio, in primo luogo, è necessaria una revisione dell’accordo territoriale (previsto dalla legge 431/98) che permette la stipula dei contratti di locazione a canone concordato e di contratti transitori.
L’accordo attualmente in vigore risale al 1999 e risulta superato non solo sotto il profilo del valore dei canoni, ma anche perché non è più confacente alla sensibilità collettiva in tema di barriere architettoniche, consumo energetico, ecc.”
E aggiungono: “La regia degli accordi appartiene all’ente locale, il quale deve convocare le associazioni degli inquilini e della proprietà.”
“Noi siamo pronti a fare la nostra parte ed abbiamo le nostre proposte – ha detto il segretario del SUNIA Petarra. Dobbiamo ad esempio ragionare anche sull’istituzione dell’agenzia della locazione, sulla scorta del protocollo sottoscritto tra Regione ed Anci ed attingendo ad esperienze già in essere.
Chiediamo al Comune di procedere in tempi celeri alla convocazione.”
Ed ancora: “Anche in questo ambito le due organizzazioni, pur apprezzando il fatto che finalmente da un paio di mesi gli inquilini delle case comunali hanno ripreso a ricevere i bollettini di pagamento dei canoni e le richieste di certificazione del reddito familiare ai fini del calcolo dell’affitto, non possono non segnalare che le richieste dei canoni arretrati, a causa dell’immobilismo degli anni scorsi, non solo possono risultare errate perché non è semplice ricostruire la situazione reddituale degli anni passati, ma costringono gli inquilini a pagare in unica soluzione somme che sarebbero state spalmate in cinque anni”.