Brescia, 20 Gennaio 2022

A fine giugno 2021 A2A annunciava il dimezzamento del fattore di conversione della propria rete di teleriscaldamento per la parte non rinnovabile.
Il coefficiente 0,24, già il più basso in Italia, veniva portato a 0,12.
Grazie anche alle nostre sollecitazioni, si avviava in città, un dibattito per “mettere in salvo” la possibilità di accedere al Superbonus 110% per gli edifici allacciati alla rete del teleriscaldamento.
L’interessamento dei parlamentari bresciani ha fatto si che nella legge di bilancio 2022 venisse inserita una norma per la quale, ai soli fini della certificazione convenzionale, valida per il
Superbonus, si possa utilizzare il vecchio coefficiente 0,24.
Se l’escamotage ha “risolto” il problema del Superbonus ha mantenuto inalterato il problema della redazioni di certificazioni energetiche, per gli edifici collegati al teleriscaldamento, per cui un edificio che consuma 200 kWh/mq.anno viene miracolosamente classificato in classe A4 come se consumasse 1/10 dell’energia.
Peccato che le bollette del teleriscaldamento si paghino sul consumo reale e la classificazione A4 continui ad essere fuorviante per chi intenda affittare o acquistare una casa!
Questa lunga premessa è doverosa per spiegare come A2A, refrattaria ad ogni sollecitazione per la revisione di quel coefficiente o semplicemente agli inviti a darne dimostrazione, abbia continuato a difendere il proprio operato sostenendo l’elevato livello di sostenibilità ottenuto dalla propria rete di teleriscaldamento che, tradotto, sarebbe come affermare che gran parte dell’energia fornita ai fabbricati bresciani attraverso la rete deriva da fonti rinnovabili e solo in modo irrisorio dall’utilizzo di idrocarburi.
Prendiamo un momento per buona questa affermazione. A2A allora ci deve spiegare come mai le tariffe del teleriscaldamento siano costantemente agganciate all’incremento del gas!
Eppure, nel termoutilizzatore, continua ad entrare combustibile (i rifiuti) per cui A2A non paga, anzi viene pagata. Dal TU escono calore ed energia elettrica. Anche quest’ultima viene pagata
come se fosse prodotta col gas.
È del tutto evidente come A2A si stia facendo forte di una situazione, per lei, molto favorevole.
La quota a consumo della tariffa binomia è aumentata del 50,83% dal 31/12/2021 al 1° gennaio 2022.
Nel giro di un anno, dal 1° gennaio 2021 al 1° gennaio 2022, la quota a consumo della tariffa binomia per impianti centralizzati è aumentata del 121%!
Questo incremento della quota a consumo si traduce in un incremento di circa il 70% della spesa annua di riscaldamento per i condomini. Ognuno può fare facilmente i conti con le proprie bollette cosa significhi in termini di centinaia di euro!
Non se la passano molto meglio i residenti in alloggi monofamiliari (tipo casa a schiera o villette) per i quali la tariffa monomia è aumentata in un anno del 56% comprensivo dell’ultimo
incremento di capodanno del 35%.
Considerando lo stato di necessità in cui sono cadute molte famiglie bresciane con l’aumento della platea degli “indigenti” a causa del Covid, chiediamo agli interlocutori pubblici, azionisti di A2A, di prendere posizione per una immediata rettifica delle tariffe cancellando gli aumenti decretati unilateramente il 1 ° gennaio 2022.
Non intervenire porterebbe alla certezza che a subire le più pesanti conseguenze saranno i più deboli, in particolare gli assegnatari degli alloggi comunali e di proprietà dell’ALER a canone
sociale, ma anche tutti i nuclei famigliari di lavoratori e lavoratrici che vivono in alloggi privati in locazione e di proprietà.
Ci rivolgiamo in modo particolare al Sindaco di Brescia perché non resti indifferente al problema qui sollevato, quello di dare risposta alle famiglie bresciane che vedono decurtata in modo drastico la propria capacità di spesa in un momento già difficile per tutti.
Ci rivolgiamo anche agli Assessori alla Casa e ai Servizi sociali del Comune di Brescia perché questi ennesimi aumenti, che si abbattono sui cittadini più economicamente fragili, rischiano di
aumentare ulteriormente l’attivazione di nuove procedure di sfratto, che in ultima analisi dovranno essere gestite ancora da questi assessorati con denaro pubblico. Denaro che potrebbe essere risparmiato e soprattutto risparmiati nuovi drammi famigliari aggravati anche dai costi legali della inesorabile macchina burocratica degli sfratti e delle aste giudiziarie degli immobili di
proprietari di prima ed unica casa con mutuo insolvente.

Sunia-Apu/CGIL – Simone Cardin (Segretario territoriale)
Sicet/CISL – Emanuela Gilberti (Responsabile territoriale)
Uniat/UIL – Michele Radici (Responsabile territoriale)
Legambiente – Danilo Scaramella (Presidente circolo di Brescia)
Federconsumatori – Romano Rebuschi (Presidente territoriale)
Adiconsum – Giovanni Punzi (Presidente territoriale)